Autómata: recensione dell'album omonimo

Un EP lungo poco più di 36 minuti e brani tra gli 8 e 9 minuti che difficilmente troveranno spazio nella rotazione radiofonica

Automata la band
m&s - Automata la band

Con queste caratteristiche, attualmente poco praticate dagli aspiranti alla fama planetaria (e non stiamo sicuramente dicendo che gli Autómata rientrino tra questi), il disco di debutto della band francese - si è formata a Parigi nel 2019 - viene accompagnato dalla dichiarazione di essere: post-rock, post-pop, post-progressive, post-metal (immaginiamo reiterati e condivisi ascolti adolescenziali di Black Sabbath e Metallica), post qualcosa e pre qualsiasi altra: il nostro primo album omonimo è dedicato ai post-umani pre-disponibili ad abbracciare un chiaroscuro strumentale che si sviluppa in un cocktail di stili ed emozioni.

Spostandoci dalle post-dichiarazioni, è sicuro che il disco sia intrigante, magari non di facile prima lettura, ma sicuramente molto interessante, non banale e collocabile in una nicchia di genere che non trova molti altri praticanti, almeno attualmente: Devo, Kraftwerk e i live dei Depeche Mode, per citare - a nostro sindacabile e inutile parere - alcuni dei maggiormente titolati. Senza dimenticare che nel "cocktail musicale" preparato dagli Autómata trova giusto spazio, stile ciliegina o fettina di ananas, anche una piccola spruzzata di Cure, che ci sta sicuramente molto bene, e quel tanto di new wave (rigorosamente dark) che non guasta mai. Non dimentichiamoci poi che gli anni musicali '70 e '80 vengono costantemente e riciclicamente riscoperti dai principali media, al punto da farci chiedere quando siano nati e, nel caso di risposta positiva, cosa stessero ascoltando all'epoca.

Automata, la copertina dell'album

La successiva dichiarazione della band, leggiamo sempre dalla cartella stampa distribuita da Epictronic (che ringraziamo), ci trova ancora più al loro fianco, perché è innegabile che ascoltando Autómata (album) venga alla mente il cinema di genere (e specificatamente quello di John Carpenter e di altri maestri che hanno sempre dato grande importanza al commento sonoro delle loro opere), ma anche che la musica strumentale sia preziosa perché chiunque può interpretarla a proprio piacimento (instrumental music is precious for one reason: anyone can interpret it as he wants). Ed è proprio questo quello che abbiamo fatto, ascoltando e riascoltando le cinque tracce che ci sono apparse, ribadiamo, da subito convincenti.

Invitiamo il lettore a fare lo stesso (tutto l'album è ascoltabile su bandcamp), prima di procedere all'acquisto, sempre necessario perché gli indipendenti possano continuare a stupirci con le loro proposte (con gli stream non si pagano gli strumenti o gli studi di registrazione). E concludiamo con la successiva ed ultima dichiarazione della band: So let your spirit float while listening to these five songs, and do your own experience of Autómata! Non riteniamo sia necessaria la traduzione e ci prestiamo con piacere a fare quanto ci è stato suggerito. La mente è sgombra e ben disponibile al successivo ascolto e, come succede spesso con la musica, sicuramente troveremo punti di contatto con altri artisti e l'ispirazione di nuove sensazioni, personali e uniche. Sarebbe divertente confrontarle con quelle dei lettori che vorranno ascoltare Autómata, per trovare e sommare le reciproche sensazioni: siamo disposti a scommettere sulla unicità di ogni risultato. Così come non ci dispiacerebbe riuscire a vederli dal vivo, per verificare verso quale frangente "post" si sposterebbero. Se qualche organizzatore italiano volesse raccogliere il suggerimento, gli saremmo sicuramente grati.

Tracklist
1. Tanger (9:35)
2. Church (4:07)
3. 3X3+5 (4:43)
4. Verdik (8:30)
5. Automate (9:20)

Band
David Vives: batteria
Etienne Ertul: chitarra
François Lamouret: tastiere/chitarre
Jean-Baptiste Elineau: basso

Riferimenti
www.facebook.com/weareautomata
https://www.youtube.com/@weareautomata
https://twitter.com/Autmata5
www.instagram.com/weareautomata
https://weareautomata.bandcamp.com

giornalista
Nasco informatico e scontroso decenni fa, da meno anni sono anche giornalista e sempre scontroso. Di recente ho scoperto i social (ma non li ho ancora capiti).
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