Casa Museo Luciano Pavarotti (visita)

Nella prima campagna modenese, è possibile visitare la casa che "canta" con la voce di Luciano Pavarotti

la casa-museo Luciano Pavarotti
m&s - La Casa Museo Luciano Pavarotti (foto © Casa Museo Luciano Pavarotti)

Appena fuori dalla città di Modena - in Stradello Nava al numero 6 - è possibile visitare la casa nella quale ha abitato, fino alla scomparsa, avvenuta il 6 settembre del 2007, Luciano Pavarotti. Dal 2015 l'abitazione privata si è trasformata nella Casa Museo Luciano Pavarotti.

Il "Lucianone" nazionale aveva fortemente voluto la villa immersa nella campagna emiliana - tanto da partecipare alla costruzione dando agli architetti disegni e schizzi - con annesso il maneggio e la porta sempre aperta agli amici, ma anche ai giovani musicisti che volevano incontrarlo ed imparare da lui. Grazie all'impegno della Fondazione Luciano Pavarotti - fondata dalla seconda moglie Nicoletta Mantovani - dal 2015 è quindi possibile entrare nelle stanze vissute dal Maestro e respirare l'atmosfera impregnata d'arte che pervade l'abitazione.

Dopo aver acquistato il biglietto nel ticket point situato nella Casa di Alice (dedicata alla figlia avuta dalla Mantovani) - nel quale tra l'altro ci si può regalare qualche gadget realizzato ad hoc o incisioni del Maestro - si accede alla casa dal piano terra: un grande salone con pianoforte centrale e alcune bacheche con gli oggetti del tenore accolgono i visitatori che sono guidati nella visita da un'audioguida.

Lo smoking indossato dall'Artista, con l'immancabile fazzoletto nel taschino, è la cosa che, insieme alla camicia in stile hawaiano, colpisce maggiormente e la voce nelle cuffie spiega come l'accessorio bianco, sempre nella mano di Pavarotti, fosse diventato un vezzo dopo essere stato un'esigenza; il tenore, nei primi concerti tenuti dopo anni passati sul palcoscenico in mezzo a scenografie ed attrezzeria, temeva di risultare impacciato e di gesticolare troppo: il fazzoletto divenne quindi un'ancora di salvezza che rese indimenticabili i suoi ringraziamenti durante gli applausi. 

I dipinti alle pareti firmati con le iniziali LuPa fanno scoprire un cantante che sapeva creare immagini dai vividi colori non solo con la voce, ma anche con le mani.

Al primo piano costumi di scena, spartiti con appunti e dediche, premi (quasi cinquemila quelli ricevuti in tutta la carriera) e la stanza da letto - forse il luogo più intimo al quale si cerca di accedere in punta di piedi, per non disturbare l'intimità che si percepisce -  con la cabina armadio a contenere i tanto amati cappelli panama.

Pannelli con le foto del Maestro insieme ai grandi personaggi da lui incontrati,una gigantografia de "I tre tenori", un ricordo dei famosi "9 do di petto" (vedi Alla scoperta del Comunale tra i "nove do di petto" di Luciano Pavarotti), ritratti, il cavalletto al quale si sedeva a dipingere e video inediti raccontano un Pavarotti vicino alla gente e molto innamorato della famiglia e del luogo dal quale proveniva.

Nel piano interrato, un'area dedicata all'affetto dei fan nei suoi confronti, con foto, marionette, sculture, lettere e una parte a riproporre i momenti salienti dei suoi Pavarotti and Friends. A rivedere sullo schermo Celine Dion, Bono degli U2, Zucchero, una giovanissima Pausini, Brian Adams, Sting e Jovanotti -  che amava scherzare su come all'estero facessero fortuna i cantanti con i nomi italiani che terminavano in "otti" - ma anche Elton John, Liza Minelli, Eric Clapton, Joe Cocker, viene da chiedersi in quale luogo del mondo si tenesse una così alta concentrazione di artisti: poi la telecamera inquadra Modena e ci si chiede se la città si rendesse conto di quanta fortuna avesse nell'ospitare un evento di tale portata...

Si lascia l'audioguida all'uscita con il dispiacere, per alcuni, di non aver potuto assistere ad un'esibizione del tenore dal vivo e con la sensazione di sentire ancora la voce del Maestro nelle orecchie, anzi... con la sensazione che i muri stessi della casa cantino, intonando: Buongiorno a questo giorno che si sveglia oggi con me / buongiorno al latte ed al caffè / buongiorno a chi non c'è... / ... e al mio amore buongiorno per dirle / che è lei, / che per prima al mattino veder'io vorrei / È un giorno nuovo e spero che sia buono / anche per te. 

giornalista
A 25 anni volevo lavorare nel mondo del Teatro. Ora ne scrivo con la stessa passione di allora, facendo molte incursioni nell'arte e meno nella musica.
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