Che classe! (recensione)

Alla "lezione" della prof.ssa Liberale bisogna proprio partecipare: per non rischiare di essere rimandati in "scienze teatrali"

immagine della locandina dello spettacolo
m&s - Tecla (Antonia Di Francesco) e Nora Cosentino (Veronica Liberale) in classe (foto © media & sipario)

Hanno unito in tanti le forze per portare in scena questo spettacolo. A cominciare dai due produttori, che rispondono al nome di Antonio Grosso e Marco Cavallaro, poi il regista, Marco Simeoli, senza trascurare l'autrice (e protagonista) Veronica Liberale, che con questo testo ha vinto il Comic Off 2016. Se poi ci si mette un cast pienamente in parte, non si può - e secondo noi non si deve - mancare questa commedia leggera e divertente, appassionata e riflessiva che innesta su sei diverse caratterizzazioni di personaggi un'analisi approfondita di alcuni aspetti del carattere umano e della società della quale facciamo tutti (consapevoli o meno) parte. 

In perenne contrasto con le proprie insicurezze e con il mito della madre, la professoressa Nora Cosentino De Cupis (Veronica Liberale) è la figlia della tanto celebrata e amata (ex) preside Cosentino. La povera Nora, quarantenne e nubile, oppressa anche al telefono dalla madre (non "mamma"), ha appena abbandonato le aule scolastiche tradizionali per dedicarsi al più tranquillo corso serale, nella speranza di incontrare adulti motivati e - soprattutto - educati. Ad aiutarla nel suo nuovo impegno lavorativo una eccezionale figura di bidella romana, Tecla (Antonia Di Francesco), una sorta di "clone" drammaturgico di Aldo Fabrizi, indossato - ovviamente al femminile - da un'attrice dotata di altrettanta bravura e presenza scenica.

Nora cerca di impartire lezioni di letteratura italiana a quattro aspiranti diplomandi che per nulla si discostano da quelli che si potrebbero incontrare in una vera aula: adolescenti o adulti, l'atteggiamento degli alunni non cambia poi di molto. Un campionario di varia umanità che dimostra immediatamente la propria volontà sì di diplomarsi, ma senza troppo studiare, in assoluta continuità con il periodo in cui avevano l'età più consona per frequentare i banchi di scuola (e con quello che avviene nelle aule occupate la mattina). 

Calogera, ma preferisce essere chiamata Sharon (Veronica Pinelli), è una sguaiata e sgrammaticata "fescion" youtuber;
Costantino (Simone Giacinti) gestisce un ristorante assieme al fratello ed è ovviamente tifoso della "Magica" (Roma); Liubotchka (Alessandra De Pascalis) è una odontotecnica russa che in Italia riesce a fare solo la badante. E' affetta di una forma di razzismo al contrario, frutto delle tante porte sbattute in faccia che il Bel Paese spesso (troppo spesso) riserva a chi è meno fortunato;  Alfonso (Fabrizio Catarci) è un probabile affetto da sindrome di Asperger e ricorda alcune figure sceniche già descritte dal cinema, uno su tutti il Raymond interpretato da Dustin Hoffman in "Rain Man" di Barry Levinson. Come "classe" c'è veramente poco da aggiungere e il compito della malcapitata ma visionaria insegnante è subito difficile. Anche perché i problemi non li si incontra solo all'interno dell'aula. C'è tutto il mondo "di fuori" chiamato a dare il proprio e negativo contributo.

Apparenti difficoltà, disagio sociale e profondi dolori danno un valore nuovo e un significato diverso ai loro gesti e alle loro parole. Il riso lascia spesso il passo all'emozione, lo spettatore partecipa dei drammi che contraddistinguono la vita di ogni personaggio, perché li sente vicini a sé, parte della quotidianità di ognuno. I momenti più toccanti sono accompagnati dal silenzio della platea e da sommessi commenti partecipativi di quello che gli attori stanno raccontando.

L'attenta regia di Marco Simeoli "gioca" con piccole e significative particolarità che arricchiscono il già pregevole racconto. Si sfrutta tutto il calpestabile della sala teatrale, movimentando l’azione scenica e simbolicamente restituendo visivamente la complessità della vita, nella simultaneità delle situazioni. Gli spazi assumono una valenza emozionale che spinge all’empatia e non sono solamente asserviti all'efficienza del racconto.

Consigliamo, in conclusione, a tutti i nostri lettori di "iscriversi" per prenotare una poltrona nella prima serata e nella prima sala dove lo spettacolo sarà nuovamente disponibile. E' prevista una tournée nella stagione 2017/2018, ma speriamo lo sia anche dopo. Assistere ad una forma di intelligente e delicato racconto è un benefit che non capita sempre, come la promozione insperata per uno studente svogliato.

Cavallaro & Grosso
presentano
CHE CLASSE!
di Veronica Liberale
regia Marco Simeoli
con Fabrizio Catarci, Alessandra De Pascalis, Antonia Di Francesco, Simone Giacinti, Veronica Liberale, Veronica Pinelli
costumi MMDV
scene Giuseppe Pizzi Russo
aiuto regia Serena Allegrucci

giornalista
Nasco informatico e scontroso decenni fa, da meno anni sono anche giornalista e sempre scontroso. Di recente ho scoperto i social (ma non li ho ancora capiti).
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